Terzetto Printemps
Paola Cacciatori / mezzosoprano
Allan Rizzetti / baritono
Fabio Silvestro / pianoforte
“Affiatati, divertenti e intelligenti i componenti del “Terzetto Printemps” (Daniela Zacconi – Vivimilano, Corriere della Sera).
Il Terzetto Printemps, formatosi nel 2013, nasce dall’incontro di talenti italiani accomunati dalla passione per la musica e dalla dedizione allo studio.
I suoi componenti hanno maturato una vasta esperienza personale e si sono prodotti in opere e concerti in Italia, Francia, Spagna, Germani, Austria, Belgio, Paesi Bassi, Turchia, Canada, Brasile, Medio Oriente e U.S.A. perfezionandosi con importanti maestri di tecnica e di interpretazione quali Leyla Gencer, Rockwell Blake, Teresa Berganza, Giuseppe Taddei, Stefano Cucci, Leslie Howard, Bruno Canino e altri.
Il repertorio del Terzetto Printemps spazia da Cimarosa a Verdi, da Rossini a Lehàr, da Vivaldi a Negri, cantando in cinque lingue (inglese, francese, tedesco spagnolo e greco).
Il Terzetto Printemps è regolarmente invitato a concerti e a progetti di varia natura: Gala di rappresentanza presso Ambasciate italiane all’estero, Serate di Beneficenza, lezioni/concerto per le scuole, opere liriche, etc. Ha partecipato a diverse produzioni di opera: L’amico Fritz di Mascagni con il patrocinio dell’Associazione Maestro Pietro Mascagni, La Cenerentola e L’Italiana in Algeri in diverse produzioni in Italia.
Nell’ambito delle celebrazioni mascagnane hanno cantato nell’opera Cavalleria Rusticana a Lavagna e al Teatro Dal Verme di Milano, affiancando il soprano Giovanna Casolla e il tenore Piero Giuliacci, cui ha fatto seguito la pubblicazione un cd live in edizione limitata. Per le celebrazioni nel 2016 dei duecento anni dell’opera “Il Barbiere di Siviglia” hanno interpretato l’opera rossiniana in diversi teatri della Toscana e del Piemonte.
Tra i prestigiosi impegni del Terzetto Printemps, figurano diverse serate al Teatro Nuovo di Milano, al Museo Napoleonico di Roma e al Museo Glauco Lombardi di Parma, a Villa d’Este a Moltrasio, presso la Biblioteca Angelica di Roma, al Teatro degli Arrischianti di Sarteano (SI), al Teatro Comunale di Pontevico (BS), al Teatro della Concordia di Montecastello di di Vibio (PG) e altri, con i programmi “Barocchissimo” “Operetta mon amour” “Tre maestri del Belcanto” “Non ti scordar di me”.
Di grande prestigio è stato il Gala per i 140 anni del Mandarin Oriental e inaugurazione della Settimana Italiana a Bangkok.
In occasione del 45° anniversario dei legami diplomatici bilaterali tra Vietnam e Italia, hanno interpretato l’opera “Il Barbiere di Siviglia” di Rossini presso il Teatro dell’Opera di Hanoi.
Nel settembre 2017 sono stati insigniti della Medaglia di Secondo Grado con spade a titolo Benemeriti per meriti Artistici del Sovrano Militare Ordine di Malta (S.M.O.M.) e Sovrano Militare Ordine di San Giovanni di Gerusalemme di Rodi.
Un, due, tre…Rossini!
Il titolo sintetizza la struttura del concerto stesso, che coinvolge tre artisti : il Terzetto Printemps costituito dal mezzosoprano Paola Cacciatori, dal baritono Allan Rizzetti e dal pianista Fabio Silvestro: ma è anche articolato in tre parti : due dedicate ciascuna a L’Italiana in Algeri e a Il Barbiere di Siviglia (fra le sue opere in assoluto più famose) e la terza a alcuni brani forse meno celebri ma non meno interessanti e poi ancora ciascuno dei tre artisti si produce in tre brani solistici : tre per pianoforte solo, tre per mezzosoprano e tre per baritono e infine tutti insieme in tre duetti. In definitiva in questo concerto il numero tre si ripresenta di continuo.
Le opere trattate sono tutte del genere comico, sebbene in definitiva egli abbia composto più opere serie che comiche. Inoltre, il Barbiere è considerato il suo capolavoro assoluto: senza nulla togliere comunque a capolavori seri come “Semiramide” e soprattutto “Guglielmo Tell”, veri capisaldi dell’opera idi tutti i tempi.
Aprono le selezioni di arie delle due opere le relative Ouverture nella riduzione pianistica, molto in uso nell’Ottocento quando per la musica in casa non esistevano i mezzi di riproduzione dell’originale orchestrale. Per l’Italiana c’è poi l’aria del primo atto “Cruda sorte”, in cui la protagonista, l’italiana Isabella, si lagna della sorte avversa che l’ha fatta cadere nelle mani dei corsari mentre ella era in viaggio, accompagnata dallo spasimante Taddeo, alla ricerca del suo amato Lindoro. Questo era scomparso, rapito a sua volta e divenuto schiavo di Mustafa, quel bey di Algeri cui i pirati ora vogliono vendere Isabella: ella si lamenta, ma già si propone di cavarsela con coraggio, usando tutti gli espedienti della seduzione femminile.
Segue l’aria di Taddeo dal secondo atto, quando Mustafà, che lo crede zio di Isabella, lo nomina Gran Kaimakan, cioè suo luogotenente affinché egli lo aiuti a farsi amare dalla “nipote”. “Ho un gran peso sulla testa” lamenta Taddeo, costretto a dover scegliere tra reggere il moccolo a Mustafà e Isabella o una possibile “impalatura”, supplizio a cui viene spesso minacciato in quest’opera. Si torna infine al primo atto con il duetto “Ai capricci della sorte” in cui Isabella controbatte alle gelosie di Taddeo, che le rinfaccia di essere partita alla ricerca di quell’altro suo innamorato, Lindoro, e neanche si preoccupa più di tanto di dover finire nel serraglio di Mustafà.
Tra le “perle” meno note non andrebbe forse messa “La Danza” che è abbastanza conosciuta come “La tarantella di Rossini”, mentre poco conosciuti sono i deliziosi “Petit Caprice” alla maniera di Offenbach (c’è dentro il ritmo del can-can) anche se è abbastanza noto nella rielaborazione con l’orchestra che ne fa Respighi per il suo balletto “La Boutique fantasque”: L’amour à Pekin, come indica il sottotitolo, è una melodia impostata sulla scala orientale pentatonica mentre la particolarità di “Adieu à la vie” è che viene cantato su una sola nota.
Per Barbiere, dopo l’Ouverture, le tre arie sono in ordine cronologico e tutte nel primo atto : comincia Figaro con “Largo il factotum”, la cavatina con cui si presenta subito spavaldo dominatore della scena: più avanti, in “Una voce poco fa” è Rosina che nella sua stanza ripensa al giovane Lindoro, per il quale si è spacciato poco prima il Conte d’Almaviva e si dichiara innamorata e pronta a tutto per realizzare i propri desideri : più avanti ancora, nel duetto “Dunque io son”, Figaro è con lei a cercare con l’astuzia di favorirne l’incontro con il Conte, ma deve rendersi conto che Rosina è già finanche più scaltra di lui, tanto da dover esclamare “Donne, donne, eterni dei”.